lunedì 5 ottobre 2009

Gita fuori porta

Bobbio vista dal ponte Gobbo
l'annunciazione nel duomo
porzione di mosaico nell'abbazia di S.Colombano
il borgo fotificato di Travo
il castello di Montechiaro


Anche stamane alle sette mi sono svegliato e sono partito alla volta di Bobbio.
Non è esattamente dietro caso, in quanto si trova a pochissima strada dalla Liguria nelle propaggini più esterne della provincia di Piacenza, per cui, grazie anche al traffico veicolare di Fidenza, mi ci è voluto poco più di un un'ora.
A Bobbio c'è l'abbazia di San Colombano, o Colum Cill, come preferite, che fondò l'abbazia nel VII° secolo e che per tutto il medioevo fu centro culturale importantissimo, con una vasta biblioteca, nella quale sono conservati 25 dei 150 manoscritti più antichi originariamente posseduti.
L'Abbazia di San Colombano, che è stato il motore della vita cittadina non ché del monachesimo medioevale, ha determinato la nascita della sede vescovile di Bobbio che, col tempo, è divenuta parte integrante della diocesi di Piacenza.
L'Abbazia è da un punto di vista decorativo molto omogenea, pare che l'impianto delle decorazioni risalga al '500, molte pitture di maniera, e il barocco è intervenuto solo in alcuni parti, transetto e parte absidale, per cui la chiesa si presenta molto pulita e con le decorazioni a grottesca intatte sulle colonne.
Nella cripta, sulla destra appena scesi dalle scale, è conservato un magnifico mosaico, che ahimè non sono riuscito ad illuminare non ostante abbia versato oboli ovunque e pigiato un po' tutti gli interruttori, del XII° secolo nel quale sono rappresentati la lotta del bene contro il male e una teoria di mesi.
Ai lati della tomba di San Colombano vi sono altre due tombe, una coi resti di S.Attala e l'altra coi resti di S.Bertulfo; queste ultime due sepolture sono notevoli per le decorazioni in pietra e gli affreschi del '300 o '400; di certo le decorazioni litiche sono antecedenti il mille di qualche secolo.
A Bobbio vi è anche un castello, costruito dai Malatesta, conquistato dai Visconti e poi assegnato in feudo ai Dal Verme, che è costituito da un ingresso, in origine con ponte levatoio, un mastio quadrangolare e una torretta laterale; il castello, così come il parco intorno ad esso, sono visitabili ma drammaticamente chiusi il lunedì.
Il duomo del paese, con a fianco la sede vescovile ampiamente rimaneggiata ma che all'interno contiene una formella del ponte gobbo, del quale parlerò più avanti, ha un massiccio impianto decorativo che a me, in virtù dei colori eccessivamente brillanti, è parso neogotico; l'apparato decorativo è massiccio e, come per l'abbazia, vi sono interventi barocchi nel transetto e nella cupola centrale.
Il vero tesoro, a mio avviso, del duomo è una preziosissima cappella laterale, a destra dell'altare maggiore, con affreschi del '400, sono leggibili alcune influenze del gotico internazionale ma anche anticipazioni del rinascimento, in buona parte conservati che raffigurano una annunciazione, nella zona meglio conservata, e quello che poteva essere una processione nelle zone più degradate.
Nella cupola si vede un Cristo in mandorla, e quindi pantocratore, e nella volta a ombrello permangono alcune figure di angeli musicanti.
Nelle altre chiese che ho visitato non ho visto altre emergenze di rilievo.
Il famoso ponte gobbo nasce su resti celto-liguri ai quali si sono sovrapposte strutture romane, alto medioevali, rinascimentali e via dicendo; il Trebbia ogni tanto se ne portava via un pezzo, tramite erosione o piene, per cui di recente l'amministrazione comunale si è ingegnata per proteggerlo dalle acque con una serie di argini a monte; viene detto "gobbo" a causa della sua irregolarità ed è annoverato tra i ponti costruiti da diavolo, stando, almeno, alle leggende medioevali.
La seconda tappa del viaggio è stato il borgo fortificato di Travo.
Fu edificato e appartenne da sempre agli Anguissola, il castello non è ovviamente visitabile ma ospita locali museali a di altra pubblica utilità, oltre ad abitazioni private. Essendo un borgo fortificato è difficile parlare di "castello" in modo proprio, ma sono riconoscibili due torri, una quadrata e una circolare, quindi successiva, e un loggiato a bifore e archi acuti che ingentiliscono il profilo fortificato.
La chiesa, dedicata a S.Antonino, risale al XI° secolo, ma gli interni non conservano nulla di medioevale, sono per lo più cinquecenteschi, molto sobri e con colori tenui; una bella chiesa insomma.
Mi ha colpito il padiglione in stoffa, forse del '600 o di poco posteriore per lo stile rappresentativo, che è posto come copertura alla moderna fonte battesimale.
Sulla via del rientro mi sono fermato a fare due foto, dall'esterno, al Castello di Montechiaro, fortezza fu eretta dai Malatesta, venne distrutto e ricostruito, passò agli Anguissola e come tutti manieri fu soggetto a varie dominazioni e rifacimenti; purtroppo dalla strada non si vede nulla di ché, si legge l'ingresso e il mastio, forse duecentesco, principale.
La nota positiva è che il maniero è stato oggetto di un ottimo, almeno sembra, restauro, pare abitato e ben conservato, quindi scamperà, contrariamente a molti alti castelli che ho visto nelle mie peregrinazioni, a un lento degrado.
Su picasa ci sono più foto...ed ora vado in produzione un'oretta; da domani torno ai miei soliti orari per cui la prossima gita fuori porta dovrà attendere domenica.

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