martedì 13 ottobre 2009

L'ultimo imbarazzante capitolo della Saga Meyer

Ogni tanto, quando i neuroni mi abbandonano al mio destino, vado avanti con la lettura di questo volume che sinora è sicuramente il più inutile della saga; non solo leggerlo è noioso, ma persino il quantitativo di "vaccate", con le quali l'autrice tiene sveglio il lettore, è, al momento, drammaticamente inferiore rispetto alla sua media.

Sarà la mole corposa del libro, sarà il fatto che ormai l'autrice ha scritto di tutto di più negli altri volumi, ma in questo volume non ci sono scemenze di rilievo...oddio...ci sono ovvio, ma non raggiungono mai i livelli dei libri precedenti.

A seguire potrebbero esserci spoiler in ordine sparso, perciò se mai un giorno voleste tediarvi sino alla nausea leggendo questo volume non andate innanzi.

Esattamente come si apre il libro non ricordo, l'ho iniziato un po' di tempo fa e lo leggo a tempo perso, ma i nostri due piccioncini finalmente si sposano così possono finalmente conoscersi biblicamente e l'autrice può usare la parola "sesso" senza ricorrere a complicate perifrasi ogni volta.

Non ricordo esattamente come viene, scarnamente , descritto il matrimonio ma ricordo che compare anche Jackob, c'è una scenata e poi i nostri due innamorati partono per la luna di miele; ovvero raggiungono l'isola di famiglia al largo del Brasile...se vi state chiedendo se esistano o meno delle isole tra Africa e Brasile, non rispondetevi, io non l'ho fatto per paura di trovarmi anche delle invenzioni gratuite in geografia; magari poi esistono davvero delle isolette, ma preferisco non saperlo.

Una volta sull'isola passano tutto il tempo a fare sesso, la uso anche io questa parola visto che ora l'autrice la adopera nel libro, prima non poteva perché non erano sposati, sino a quando la protagonista ha le nausee mattutine e i nostri eroi partono, accompagnati da un coro di imprecazioni in picchiata, sciorinate in libertà dietro al bello, da parte della servitù.

Ci sono in questa parte del libro alcune scene davvero ilari e decisamente da gara di "mi appendo a una tenda"; con questa espressione intendo riferirmi a un eccesso di melodramma usato in modo inutile, come in certi feulleitton dell'ottocento nei quali agli eroi ne capitano talmente tante che non è difficile immaginarli aggrappati a una tenda, in procinto di svenire...sia la tenda che i protagonisti, mentre narrano delle sfighe cosmiche che li perseguitano.

Una volta giunti a casa Bella scopre che è incinta, ma il fantolino che reca in grembo cresce molto velocemente e le drena tutte le energie così si riduce in uno stato pietoso ma, verosimilmente, non prende neppure in considerazione per un attimo di liberarsi della Cosa; d'altronde mi pare tutto logico: rimane incinta di una cosa morta, la creatura che porta in grembo raggiunge gli otto mesi in circa una settimana, è avvolta non dall'utero ma da una sorta di involucro in titanio impenetrabile dall'ecografia, non riesce più a nutrirsi e quindi perde peso rapidissimamente e tutto questo non la preoccupa minimamente.

Fatto sta che decide di tenere la Cosa, arruola un paio di vampire di famiglia come guardie del corpo, perché il Bello vorrebbe che lei abortisse, poi arrivano i mannari... Edward ha una ideona, manda Jakob da Bella col compito di convincerla ad abortire e fare poi un figlio con lui; poi Jakob torna dal branco, inutile dire che Bella non ha preso in considerazione la cosa (una reazione normale ogni tanto c'è), il quale prima non voleva attaccare i vampiri per paura di essere sterminati, quando invece Jakob avrebbe voluto attaccarli, ora dopo che Jakob racconta della Cosa, il branco decide che è giustissimo sterminare i vampiri e la Cosa, mentre Jakob non vuole più attaccarli...il tutto è così repentino che persino i personaggi rimangono perplessi, ma visto che all'autrice questa cosa assurda serviva non si pongono troppe domande.

Nelle pagine ieri sera il branco dei mannari si è diviso...e poi non so quando riprenderò la lettura perché il volume è veramente terribile.

C'è un pistolotto di Carlisle, il vampiro medico, che straparla definendo i vampiri una specie con 25 cromosomi i mannari 24 e si dichiara incredulo del fatto che umani e vampiri possano produrre ibridi; com'è che se i vampiri possono produrre ibridi con gli umani, non si accoppiano fra loro generando prole? o sono sterili, perché morti, o non lo sono e allora si riproducono e bisogna inventarsi qualcosa...ma alla Meyer della coerenza importa poco.

In ogni caso il libro è noioso e quindi anche i miei post in merito riflettono la noia che provo nel leggerlo, l'unico pregio è che impiegando pochissimi neuroni può essere letto anche quando pare impossibile risolvere la difficile somma di due sommato a sé stesso.

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