venerdì 31 dicembre 2010

Nuova tecnica

Stamane, dopo almeno un anno di assenza, sono stato visitato dall'Ispirazione che, tra un aneddoto e l'altro della sua lunga vacanza, mi ha lasciato con un'idea non male da disegnare.
Dato che la Creatura si compone di più parti ho iniziato a disegnare la prima parte, con risultati decenti, e poi ho iniziato ad acquerellare per scoprire, con mio grande disappunto, che l'acquerello non è più la mia tecnica; troppo approssimativo, largo, privo di dettagli, proprio la sua immediatezza, che è il suo pregio, è divenuto un limite troppo stretto e quindi dovrò cambiare tecnica.
Il problema principale è che l'acquerello è anche una tecnica economica sotto molti punti di vista, inoltre non ha tempi biblici di asciugatura; non ho neppure mai imparato ad usare l'olio, d'altronde ho fatto la sezione di Architettura all'Istituto d'Arte e non Decorazione (per altro il mio talento è anche modesto per quel che riguarda il disegno) e l'idea di dovermi privare di qualche organo per imparare una tecnica nuova mi deprime.
Potrei provare a usare photoshop; avevo fatto qualche esperimento, con risultati incoraggianti che non hanno più avuto seguito, provando a usare il programma per colorare alcuni miei disegni.
Ci devo pensare...
Nel frattempo vi auguro un buon inizio d'anno :)
"calling the twelve Gods" - Daemonia Nymphe

giovedì 30 dicembre 2010

Piacenza

Mi sono recato molte volte a Piacenza e continuerò ad andarvi perché la città riserva molte sorprese. Innanzi tutto il Palazzo Farnese, incompiuto e che presenta resti della vecchia rocca Viscontea, ospita un bellissimo museo nel quale è possibile ammirare, oltre a un bellissimo ciclo di affreschi su Santa Caterina di Alessandria (santa inventata probabilmente sulla vicenda di Ipazia) di una chiesa piacentina che ora non c'è più, un tondo del Botticelli meraviglioso e il celeberrimo fegato bronzeo di Piacenza, strumento etrusco per la divinazione. Le innumerevoli chiese di Piacenza; il bellissimo duomo nella cui cripta, oltre a una serie eterogenea, come era costume, di capitelli lapidei, si può ammirare una fonte battesimale ricoperta da un fregio ligneo quattrocentesco; la commistione di stili di Sant'Antonino, romanico, barocco, neogotico, affreschi quattrocenteschi...; San Savino con i suoi bellissimo mosaici altomedioevali, che ricordano quelli della cripta della chiesa di Bobbio, per altro bellissima anch'essa, presenti sia in cripta che nella chiesa, i suoi intricati capitelli e un Cristo ligneo trionfante sulla morte; e poi ogni volta entro in una qualche chiesa "nuova" che non avevo mai visto prima, a volte semplici e disadorne, altre volte ricoperte di stucchi e stupori barocchi.
Al momento credo di aver visto solo una decina di chiese, ma ce ne sono molte di più da vedere e non ho ancora visto alcuni musei e alcuni palazzi cittadini mancano all'appello; aspettatevi altre foto di Piacenza poiché la città è ricca ed è vicina e quando non ho voglia di fare troppa strada mi basta spingermi sino alla Primogenita


Duomo



San Savino



Sant'Antonino


martedì 28 dicembre 2010

S.Faustino (Rubiera)





A pochi chilometri da Rubiera, affidandosi a una buona dose di buon senso e sull'unica vaga indicazione, si trova la Pieve Romanica di S.Faustino. La facciata è un rifacimento ottocentesco, la pianta deve aver subito alcune variazioni significative nel tempo, ma la parte absidale è rimasta quella originaria; all'interno pare, poiché ovviamente era chiusa, vi sia un pregevole affresco di impostazione bizantina... dovrò tornare per vederlo coi miei occhi.

Rubiera





Il paese non vanta un vasto patrimonio artistico, vi sono però alcune peculiarità; un antico palazzo, i resti della chiesa, tra le più antiche del reggiano, inglobati nei negozi della via, e molti indizi di un passato turrito. Esiste anche un forte, per la maggior parte inglobato nelle abitazioni, probabilmente otto/settecentesco. La vista occupa poco tempo, ma se siete in via Emilia in direzione Modena, il paese merita una breve sosta.
Vi sono molti palazzi déco.

Correggio




VI sono giunto tardi e perciò non ho potuto visitare a modo il paese natale di Antonio Allegri, ma mi ha fatto una buona impressione; merita un passaggio ulteriore, magari più avanti nel tempo,ho visto molte chiese oggetto di restauro, poiché vi sono state molte cose che non ho potuto vedere

venerdì 24 dicembre 2010

Cena della Vigilia

Nella maggior parte delle case Natale, oltre che regali, messa, caos, ansia da festività e torme di parenti, vuol dire anche "maratona gastrica". Il campo di battaglia è la tavola e il caduto è lo stomaco; le ostilità si aprono la sera della vigilia con un cenone a base di pesce e una straordinaria capacità di interpretare, a proprio uso e consumo, l'espressione "cenare di magro".
A casa mia tutto ciò non avviene; da sempre, sin dai miei nonni, le condizioni economiche ci hanno obbligato a una versione molto parca sia della cena della vigilia che del pranzo di Natale; ora che economicamente stiamo meglio, perché in paragone alla vita che facevano i miei nonni stiamo decisamente meglio, ci pare brutto interrompere la tradizione.
C'è da dire, anche, che abbiamo tutti una sorta di allergia alla sedia, per cui dopo mezz'ora passata a tavola la sedia diventa intollerabile.
Mia nonna paterna per la cena della vigilia preparava i tortelli di zucca coi funghi e il tonno con la cipolla... cruda. Questa sera abbiamo cenato a base di zucca; tortelli e tortino di zucca... si, due portate. Per la zucca si è andati alla ricerca di un tipo peculiare di zucca che in dialetto piacentino è chiamato "bartein" (le "e" va chiusa ed è simile, come pronuncia, al "en" francese); è bassa, larga e tonda.
In casa di mia madre la cena della vigilia consisteva di penne al sugo e "pés s-ciupen" (in città, a Parma, a questi pesciolini viene attribuito un nome di dubbie qualità morali, oppure li si associa alla nota scuola peripatetica con riferimento al significato di uso comune, e non filosofico, del termine; vah che perifrasi :asd:).
Per il pranzo di Natale di domani, che durerà un po' più, forse ben un'ora, cucineremo i cappelletti, rigorosamente in brodo (il nostro ripieno è privo, da sempre, di carne) e del bollito, che io eviterò, e svariati dolci... sarò economico ma le feste di Natale rimano, comunque, malissimo con dieta.
Stasera andrò alla messa di mezzanotte; non ho cambiato atteggiamento o idea nei confronti della curia e della religione, ma in trenta e dispari anni non sono mai andato a una messa di mezzanotte e, evidentemente, l'età mi ha reso più sentimentale..
Ora vi lascio, perché devo preparare il dolce col mascarpone, vi rinnovo gli Auguri di Buon Natale e aggiungo un "Buona digestione" a tutti :)

giovedì 23 dicembre 2010

Fidippide

Non posso certo paragonarmi al primo maratoneta, ma come sempre, in prossimità delle feste, si inizia anche la corsa per le varie urgenze natalizie; pratiche che devono essere consegnate improrogabilmente entro la fine dell'anno e che, chiaramente, ci vengono fornite la settimana prima delle ferie... è così da sempre e quindi non me ne lamento.
Dopo il raffreddore di S.Lucia, che ringrazio per aver pensato a me, oggi sento l'avvicinarsi dell'orzaiolo di Natale, non ostante le continue abluzioni ogni tanto, con cadenza direi triennale, mi se ne presenta uno e anche questa volta guarderò dentro la bottiglia dell'olio.
So che può sembrare una emerita scemenza, ma mia nonna me lo diceva sempre, quando capitava, di appoggiare l'occhio alla bottiglia e di guardarvi dentro per un poco; i miei orzaioli sono sempre guariti così...
Torno a produrre

lunedì 20 dicembre 2010

Buon Natale


Così ufficialmente inizio a fare gli auguri a tutti quelli che, volenti o per caso, passeranno di qua.
Spero passiate un Buon Natale, un felice ultimo e che il prossimo anno sia migliore di questo appena trascorso.
Personalmente resterò a produrre sino al 24 compreso quest'anno e perciò avrò modo di scrivere ancora, ma se non dovessi riuscirci inizio ora a fare gli auguri :)

venerdì 17 dicembre 2010

Varie

Il 10 novembre del mese scorso ho fatto un ordine con amazon, il pacco in arrivo si componeva anche del regalo di compleanno di una Rossa di mia conoscenza, a inizio di dicembre mi avevano scritto che le condizioni del tempo avrebbero causato un ritardo e perciò ho atteso. Nel frattempo sono arrivati tutti i regali di Natale, sempre da oltre Manica, ma di quel pacchetto nulla; ho controllato il tracking number e il mio pacco risulta fermo dal 29 di Novembre a Ridgmont nel Bedfordshire... immagino che la "mandria di vacche", che costituiva buona parte del pacco, si sia trovata così bene nei britannici pascoli da non voler più lasciare l'albioniche sponde.
Ieri ho scritto chiedendo lumi e mi hanno rispedito la mercanzia, perciò spero che questa "mandria di vacche" sia più incline ai viaggi.

Ieri mattina il plotter, a dir la verità ha iniziato l'altro ieri ma gli ho concesso una notte di riposo, ha restituito un errore 21:10; da quel che ho capito pare essere un errore un po' a caso, che vuol dire tutto e nulla, ma che riguarda testine di stampa e una non ben definita "service station". Ho guardato il manuale per capire che caspita di servizio facesse questa stazione; non l'ho capito, ma ora so dov'è e ho potuto pulirla seguendo le indicazioni inerenti questo errore che vengono date in un manuale tecnico. Pulito il comparto ho riavviato il plotter che ha iniziato a restituire altri errori e quindi ho telefonato alla ditta produttrice per l'assistenza: ore 15:40 "le forniremo un preventivo entro due ore"... qualcuno di voi l'ha visto? Perché qui non è arrivato; telefonerò ancora stamane a sapere se mi mandano o meno il preventivo o se per stampare devo rispolverare il torchio di Gutemberg o di Manuzio.

Ieri sera ho visto due puntate della settima stagione di "Don Matteo"; dato che non so se potrò vedere "Castle" in streaming, ieri il sito ove lo guardo imponeva dei limiti geografici, ed essendo forte il richiamo del giallo ho ripiegato su quel che passava il convento. Avrei anche la Fletcher... comunque sia, ieri ho guardato le puntate di questa serie. Il meccanismo del giallo è comunque ben fatto, la parte narrativa sembra un po' a sé stante ma non è fastidiosa nel complesso, ciò che trovo meno sopportabile è la predica, appena prima della fine puntata, che il prete fa all'assassino di turno; mi pare sia un po' troppo didascalica anche se è nel carattere del protagonista. Tutto sommato è comunque gradevole da guardare.

...e adesso sento se riesco ad ottenere uno straccio di preventivo per il plotter

giovedì 16 dicembre 2010

Raffreddore 2

Dopo ingenti quantitativi di miele, echinacea, suffumigi e via di seguito, non ostante il freddo preso ieri nella bassa per un rilievo, pare che il mio raffreddore sia praticamente guarito.
Ieri mattina sono andato in un cantiere, in quel di Busseto, per fare un rilievo. La temperatura più alta credo sia stata intorno ai +1, o comunque appena sufficiente per iniziare a sciogliere le pozzanghere gelate profonde un centimetro o poco più; pozze d'acqua più impegnative si sono mantenute pervicacemente gelate. Ho passato la mattinata in mezzo all'aria gelata corrente e quando sono arrivato a casa ho fatto una bella doccia calda, suffumigi e mi sono anche concesso un pediluvio.
Ne avevo proprio bisogno e intanto che c'ero ho fatto anche il dolce col mascarpone.
Ancora una settimana e poi inizio le ferie, quest'anno lavorerò anche il 24... pazienza.

martedì 14 dicembre 2010

Presepe


Anche quest'anno ho realizzato il presepe secondo la tradizione di famiglia; molte bestie e solo i protagonisti a rappresentare l'umanità.
Da piccolo avevo anche disegnato una serie di angioletti da appendere, perché lo facevamo dentro a un mobile, ma non abbiamo mai avuto molte statuine, la pecunia ha sempre scarseggiato, e abbiamo sempre utilizzato i nostri giochi di bimbi da mettere nella Natività. Mi sono sempre piaciuti molto, pur nel loro minimalismo, i presepi di famiglia. Questa capanna ha trent'anni.
Di recente ho anche pensato di prendere qualche statuina in più, ma non voglio abbandonare la tradizione decennale di famiglia e quindi il progetto non ha mai avuto seguito.
E' ancora presto per gli "auguri", ma sto pensando a come fare il biglietto virtuale di quest'anno :)

lunedì 13 dicembre 2010

"La lingua rubata"

"A stolen tongue" di Holman Sheri
Non riesco a capire quale sia l'obbiettivo di questo romanzo. Poteva essere un bel racconto, l'ambientazione storica è ben riuscita, inerente un pellegrinaggio in Terra Santa, con pericoli e avventure che in itinere possono accadere, ma l'innesto con il giallo è mal riuscito. La parte investigativa, che avrebbe dovuto coinvolgere il lettore e condurlo, con le deduzioni del protagonista, a svelare misteri, latita; il personaggio principale, un frate, è un Don Abbondio puerile al quale gli artefici dell'azione si rivolgono in modo immotivato. Il libro è il resoconto del pellegrinaggio per quattro quinti del suo volume; durante il tragitto accadono fatti portentosi che vengono notati dal protagonista e subito dimenticati, nessuno investiga, nessuno chiede e solo alla fine, nelle ultime cento pagine, al protagonista vengono rivelate, perché da solo non ci arriva e neppure si cura di arrivarci, le trame sottostanti i fatti dei quali è stato testimone.
Poteva essere un buon resoconto di viaggio, ma le pretese da "mistery", disattese, rovinano la lettura; poteva essere un buon "mistery" se ci fosse stato un "investigatore", anziché l'amorfo protagonista; il protagonista poteva uscirne come un personaggio tormentato se fosse stato benedetto da un po' di intelligenza, ma è un personaggio stupido come un sanpietrino.
Peccato perché l'idea era bella e mi aveva incuriosito.
L'unico fatto interessante è che il protagonista è immagine di un frate, Felix Fabri di Ulm, che nel 1483 compì un pellegrinaggio in Terra Santa e ne tenne un diario, ma a questo punto, come documento storico, è meglio leggere il diario originario del frate ed evitare questo inutile romanzo che vuole essere un po' romanzo storico, un po' mistery e fallisce miseramente.

Raffreddore

Anche quest'anno, gradito come sempre, è passato a trovarmi il raffreddore; di tutti i doni che poteva farmi Santa Lucia, questo è sicuramente il meno gradito.
Da oggi ho quindi iniziato con il consueto armamentario: suffumigi, propoli, valanghe di miele etcc... per cui spero di liberarmene quanto prima.

domenica 12 dicembre 2010

Muradello (PC)







Stamane la sveglia ha suonato bonora poiché dovevo recarmi in quel di Muradello per vedere l'esito del restauro dell'organo settecentesco della chiesa locale. La chiesa è visitabile solo durante la funzione, che però è stata una messa-lampo, venti minuti circa, per cui, per parafrasare, "Muradello è valsa ben una messa".
All'interno della chiesa è possibile vedere dei pregevoli dipinti del settecento, il bell'organo recentemente restaurato e un fonte battesimale in sasso del XV° secolo.
Il locale castello, poiché ricordo che il piacentino è disseminato di castelli, venne costruito dai Nicelli nel XIV° secolo; resta visibile l'impianto difensivo generale, le merlature della cinta muraria e, stando alla mia documentazione, il cortile interno dovrebbe essere ingentilito da un portico, con loggiato sovrastante, con un doppio ordine di colonne monolite in granito; essendo che il maniero è abitazione privata, mi fido di quanto ho letto.
La torre avanzata e più alta, rispetto al corpo di fabbrica che costituisce il maniero, sembra essere una aggiunta posteriore. Scomparso da tempo il fossato di cinta che è stato riempito per ricavarne terreno agricolo.
Il paese e la chiesa meritano una visita qualora passiate da Pontenure.

venerdì 10 dicembre 2010

"La bella lingua"

E' il titolo del libro che ho ultimato oggi. Scritto da una americana, Dianne Hales, è un excursus rapido sui motivi che hanno indotto questa scrittrice a imparare, e ad innamorarsene, l'italiano.
Si tratta di una panoramica agile, e quindi non esaustiva, riguardo vari aspetti dell'Italia: storia, arte, cucina e l'italiano.
Essendo uscito da poco il libro parte da "sao ko kelle terre per kelle fini ke ki contene trent'anni le possette parti Sancti Beneditti", prima dell'epurazione delle "k" insomma, sino a "Dmn c sntm?" e la grave carestia di vocali, e abbondanza di "k", dei giorni nostri.
L'unico limite del libro è insito nella sua natura di rapido excursus, ma essendo il suo obbiettivo quello di incuriosire i lettori riguardo l'italiano, e avendo suscitato in me la voglia di rileggere "La Commedia" e la "Gerusalemme liberata", ritengo che abbia felicemente raggiunto il proprio scopo.
E' stata una buona lettura e sono contento di averlo preso.
Mi affascina vedere con gli occhi degli altri cose che già conosco bene, perché mi fa scoprire aspetti nuovi e me le fa apprezzare di più.
Ho notato, aspetto oserei dire vitale .asd:, che ha attribuito la paternità del tortellino a Bologna, per cui immagino che abbia voluto sorvolare sulla diatriba tra Modena e Bologna in materia... c'era un'altra in inezia, ma era così importante che non la ricordo più.

Vento

Questa mi è stata riportata.
Il nostro eroe ha sostenuto l'esame di stato, ma, ovviamente,è stato bocciato; d'altronde io non avevo dubbi.
Vento però era convintissimo di aver studiato e lavorato moltissimo per dare l'esame e quindi si è sentito defraudato della sua promozione; armato, quindi, di santo sdegno ha domandato spiegazioni, direttamente al presidente di commissione, e tra le invettive ha pronunciato anche la frase: "lei non sa chi sono io" coronando la filippica enunciando anche la sua risibile, ma non per lui, carriera universitaria (anni 8 di studi, per un triennio, e pochi esami dati)
Ovviamente il presidente della commissione lo sa benissimo chi è Vento: un cretino... e come tale è stato liquidato.
Questa sua sdegnata reazione farà si che comunque verrà guardato con particolare riguardo nelle prossime occasioni, se ci saranno, e preserva noi dall'avere un Vento armato di titolo abilitativo.

martedì 7 dicembre 2010

Spesa

Stamane sono andato al supermercato di quartiere a far compere. Prima di trasferirmi andavo in un altro supermercato di quartiere posto in un'altra parte della città e, anche allora, avevo negozi specifici dove comprare determinate cose: dal forno per il pane e la farina, in latteria per yogurt e latte, quando costava 1020 lire, indi fruttivendolo e macelleria o polleria; mia madre mi spediva fuori casa con la lista della spesa ed io, da bravo bimbo, mettevo un segno ad ogni acquisto e poi controllavo le somme. Sin che sono stato piccino nessuno mi intervistava sui miei acquisti e a volte rimediavo, da qualche commerciante intenerito, una caramella (una volta si usavano anche le caramelle se non si avevano le cinque o venti lire di resto).
Mi sono trasferito quasi vent'anni fa e da allora ho cambiato supermercato, fruttivendolo, panificio e non frequento più macellerie et affini; sono anche passati vent'anni e quando conosci bene le persone dalle quali fai spesa, è inevitabile qualche domanda... tanto per fare conversazione.

Dato che mi è avanzato del latte concentrato ho chiesto in casa che uso farne; il responso genitoriale, emanato in seduta plenaria, è stato unanime e quindi devo rifare la pecan pie. Noci ne ho, mi mancano solo alcune cose e perciò mi piego, supinamente, alla volontà popolare. Stamane ho comprato lo sciroppo d'acero e quando vado a pagare il mio acquisto viene guardato con sospetto: "...e questa americanata cos'è?" ed io a spiegare di cosa si tratta, che è dolce, ma non come il miele e a dire che mi serve per una torta. "Ma quello che avanza poi cosa ne fai? non lo si usa su quelle frittelle fatte con la piastra?" e a me stava per scappare "goffres", perché è con questo nome che io le conosco, ma mi è venuto in mente "waffles", con una prontezza neurale insolita al mattino; ho detto che mi sarebbe servito tutto e quindi non avrei avuto necessità di usare dell'avanzo.
"ah! ecco... perché da noi non si usa" infatti non si usa e a me lo sciroppo d'acero non piace neppure. Deve ricadere nella categoria di quei prodotti, come il gorgonzola, che freschi non li guarderei neppure da lontano, ma cotti li mangio volentieri.
Un post inutile :asd:

lunedì 6 dicembre 2010

Che fare per l'Immacolata?

Chiaramente andrò a fare una "gita fuori porta". La meta è l'Abbazia di Fontevivo. C'ero già stato tempo fa, ma complice l'inizio imminente della funzione, non ho potuto trattenermi a sufficienza e quindi non ho potuto esplorarla come merita. MI sono perso perciò una Madonna policroma del XII° secolo e la tomba di Guido Pallavicino, del ramo di Pellegrino, che, nel XIV° secolo, dopo aver combattuto come cavaliere del Tempio, fu sepolto nell'Abbazia di Fontevivo poiché aveva donato all'Abate alcune terre.
L'Abbazia di Fontevivo è figlia di quella di Chiaravalle e visto che sono nella Bassa potrei vederne una al mattino e l'altra al pomeriggio. Non sono particolarmente vicine, poiché Fontevivo è nella bassa parmense mentre Chiravalle è nella bassa piacentina, ma in un'oretta di macchina dovrei riuscire a raggiungerle.
Stavo giusto pensando di andare in visita ad una Abbazia; in realtà vorrei tornare in visita alla Sacra di S.Michele, e dalla via che ci sono visitare anche l'Abbazia di Novalesa, ma visto che si tratterebbe di un viaggio impegnativo, preferisco puntare alla bassa.
Ieri ho anche sognato di andare in visita in un centro monastico in pianura; darò retta al mio incoscio

domenica 5 dicembre 2010

Pecan PIe


La prima volta che ho sentito parlare di questa torta fu in una puntata della prima stagione di Voyager; ovviamente non mi riferisco al programma di Bob Jackob, ma alla serie televisiva Star Trek Voyager e da allora mi è rimasta la curiosità di assaggiarla.
Il problema principale è il reperimento delle noci pecan, l'ingrediente principale per fare questa torta; in Italia sono coltivate al sud, dove il clima è più favorevole, ma questo vuol dire che in pianura padana vengono spedite in latte da cinque chili ciascuna.
Fortunatamente un'amica oltre altlantico è stata così gentile da mandarmene una confezione: grazie Barbara :)
In realtà questo è stato il secondo invio, ma il primo non è mai arrivato a divenire torta; le ho finite prima.
Il secondo passo è stata la ricerca di una ricetta; ne circolano un po' in rete e alcune prevedono l'uso di burro montato. Non avendo mai montato il burro, non sapendo quindi quando il processo è ultimato, ho optato per questa ricetta; ho dovuto però apportare alcune modifiche.
L'impasto l'ho preso già fatto, così ho risparmiato tempo, mentre per il ripieno ho dovuto fare alcuni cambiamenti, modifiche che comunque ho trovato anche in alcune ricette on line.
Campi di melica, mais, qui in pianura padana ce n'è quanti se ne vogliono, ma a nessuno è mai venuto in mente di ricavare dello sciroppo dal mais; ho dovuto ripiegare su dello sciroppo d'acero.
Le dosi:
90gr di zuccheri
2 uova
1 cucchiaino di sale
250gr di sciroppo d'acero
200gr di gherigli di noci pecan
90gr (circa) di latte concentrato
due cucchiai di farina
una bustina di vanillina pura.
Allo zucchero si mescola prima lo sciroppo d'acero, si mescola il tutto, indi si aggiungono i tre, filtrandoli, cucchiai di farina e si mescola di nuovo. Si aggiunge il sale e si mescola, poi si aggiunge il latte concentrato, si mescola, e poi la vaniglia. Si aggiungono le due uova, si mescola bene, e alla fine si mettono i gherigli interi. IL composto ottenuto si versa nell'impasto, che è stato prima messo, con della carta da forno, in una teglia alta e si inforna per mezz'ora a 220°C.
A tempo scaduto si punge il ripieno con uno stuzzicadenti e se questo esce pulito allora la torta è pronta.
IL lato superiore della torta devo dire che è venuto bene, ma sotto l'impasto si è un po' rotto e credo che non si sia cotto propriamente; non so dire se la colpa sia imputabile al forno, all'impasto o alla mia imperizia (d'altronde questa è stata la mia prima torta).
Ne ho assaggiato giusto un poco e sembra molto buona, ma ho sentito solo la pasta; appena ne avrò mangiato una fetta scriverò se come è venuta e se ha bisogno di alcune correzioni... al momento temo sia troppo dolce; mah... si vedrà
L'ho assaggiata e devo dire che è venuta proprio bene; l'unico difetto è che l'impasto sotto era troppo sottile e quindi si è un po' rotto, ma nel complesso è proprio buona.
E' una torta decisamente importante, una di quelle delle quali riesco a mangiarne solo una fetta e non di più...
Esperimento riuscito :)

venerdì 3 dicembre 2010

Neve e inflazione









...e dopo un po' di foto della nevicata di stanotte, passo alla parte del post dedicata all'infalzione.
Quando ero piccolo e mi cadeva un dente i miei mi dicevano di lasciarlo sul comodino ché la notte la fatina mi avrebbe lasciato un soldino; in genere la fata, che doveva sudarseli in qualche modo i soldi, lasciava cinquemila lire. A mio nipote, per il quale a volte passava la fata e a volte il topolino, a seconda del genitore, luoghi diversi tradizioni diverse, venivano lasciati cinque euro; anche per lui topi e fate dovevano sudarseli i soldi e non ne avevano da distribuire con generosità.
Un bimbo ieri ha perso un dentino e anche per lui è passata la fata; venti euro gli ha lasciato. O le fate guadagnano molto di più di questi tempi, ma conoscendole non direi proprio, oppure è disposta a fare più sacrifici di quanto lo fosse ai miei tempi o a quelli di mio nipote.
Personalmente ritengo la cifra spropositata... ma visto che trattasi di altre fate non metto becco