mercoledì 9 febbraio 2011

150

Sono gli anni che, il 17 marzo, compie l'Italia.
Non che prima non esistesse la penisola, ma sino all'unificazione, cioè tra la Caduta dell'Impero Romano e il Risorgimento, siamo stati un fetta di terra diversamente abitata a sud delle Alpi. Vi sono state fasi alterne, tentativi Longobardi, Bizantini, i quali però puntavano ad altro, di unificazione e probabilmente altri che non ricordo, ma come "nazione" nasciamo decisamente tardi.
Vediamo un po':

- "ora bisogna fare gli italiani" è stato un punto decisamente mancato, devo dire che, almeno per quello che riguarda la mia regione, in questo periodo si è riusciti a produrre una versione decente di emiliani. Permane qualche ruggine interna all'Emilia e tra l'Emilia e la Romagna, ma forse in un secolo la situazione può risolversi. Ci vorrà un po' più per appacificare Parma e Reggio Emilia, diciamo due o tre secoli...
Per il resto continuiamo a guardarci un po' con diffidenza, a parlare "lingue" diverse e si fa fatica a capirci; magie di pronuncia, intonazione e cadenza diversa. L'italiano esiste nei libri di scuola, per il resto ogni regione ne ha una versione propria parente stretto, più o meno, di quello standard; per lo meno ci si sforza di usare l'italiano per comunicare coi foresti il che è già qualcosa.
Se parliamo poi di "senso civico"... bhè, 150 anni non stati sufficienti e forse ci toccherà attendere le calende greche; di sicuro io non ne vedrò la nascita in questi lidi.

- "libera chiesa in libro stato"; anche questo punto, è il caso di dire, è andato a farsi benedire. Certo la Chiesa vanta solo il Vaticano e non parliamo più di Stati della Chiesa, ma essendo che il "libero stato" non è mai pervenuto il Papa continua, anche se in misura minore, a fare il bello e il cattivo tempo; d'altronde lo Stato della Chiesa ha sempre remato contro e ha frustrato ogni tentativo precedente il 1861 di unificazione della penisola.
Ci manca un po' il secolo dei Lumi; da noi è arrivato più come storia da un paese lontano.

Fondamentalmente i questi 150 anni siamo andati avanti mettendo pezze provvisorie, con quel provvisorio tipicamente italico che ha la tendenza al definitivo, eterno e imperituro, all'occorrenza e il risultato è una gran casino molto pittoresco.
Tra i lati positivi possiamo dire che non ostante tutto, e chi non ha vissuto con uno stato, o più d'uno, ereditato o creato nel corso del tempo, nello stato che rema contro non può capire quanto sia difficile, siamo arrivati qui; abbiamo fatto passi avanti e speriamo di continuare a farne... magari in avanti invece che indietro.
Possiamo considerarci un caso "interessante".

2 commenti:

Regina dei Tucani ha detto...

Gli americani non ci capiscono. Pensano che il nostro sia casino!! Ma son tanto giovani gli Stati Uniti e devono imparare ancora tante cose...>:)))

Polideuce ha detto...

Non è che noi siamo proprio ordinati, ma non è neppure facile riuscire a mettere in piedi una nazione incollando un pulviscolo di staterelli, ognuno con una sua lingua, cultura etcc... e tradizioni plurisecolari, dovendo fare i conti con varie organizzazione che remano contro.
Facendo conti credo che tutto sommato sinora si sia fatto anche un buon lavoro.
D'altronde la Svizzera in anni di pace e ordine ha prodotto l'orologio a cucù e il formaggio coi buchi; il disordine è sempre creativo :)