mercoledì 23 novembre 2011

Gente

AVVERTENZA: si consiglia la lettura a chi è dotato di elasticità mentale, qualora durante la lettura vi accorgeste di prendere alla lettere le parole si consiglia, vivamente, la visita ad un analista.

Nel mondo le persone si dividono in due grandi categorie: i Catofili e i Cinofili. Mi riferisco ai Cinofili, non ai cinefili perché questa categoria unisce le persone più disparate.
Più che immaginarvi questi due gruppi come degli insiemi, e quindi iniziare a farci delle operazioni di insiemistica, pensate a un segmento.
Sia un segmento A-B di lunghezza a piacere e su di esso sia posizionato un punto M in corrispondenza del punto medio; si ponga nell'estremo A la dicitura "catofili" e nell'estremo B la dicitura "cinofili". E' possibile interpretare il segmento come una scala graduata in modo da verificare il grado di appartenenza di ogni singolo individuo.
Ovviamente ho messo i catofili in A, perché io propendo per questa categoria; come potrebbe essere diversamente, d'altronde, dato che sono cresciuto con diciassette meravigliosi felini?
Tra questi due gruppi di persone esiste la stessa capacità comunicativa che può esserci tra un gatto nato libero e con mamma gatta che gli ha insegnato a cacciare e a mangiare e un cane nato, più o meno, nelle stesse condizioni.
La comunicazione tra loro è impossibile. Quando il gatto è la coda dritta, a punto interrogativo, è contento, mentre per il cane è chiaro segnale di allarme; quando il gatto scodinzola c'è qualcosa che lo innervosisce, mentre il cane scodinzola perché felice.
Anche il rapporto che hanno con noi umani è diverso: per un cane c'è sempre un capobranco, fosse anche sé stesso, e una gerarchia al di sotto; per un gatto siamo tutti egualmente infinitamente inferiori... al massimo può considerare qualcuno di noi suo pari, ma è una concessione davvero rara.
Un cane, tendenzialmente, è un aspirapolvere che per sicurezza mangia, sia quello che è commestibile che quello che non lo è, e al limite poi lo vomita... anche se questo non esclude il fatto che potrebbe ripensarci e dare una bella leccata a quanto vomitato.
Il gatto mangia di tutto solo se proprio è alla fame e prima annusa e spesso lo lascia lì; mangia poco alla volta e spesso e se mangia qualcosa che lo fa vomitare è assolutamente intenzionale; deve pur liberarsi del pelo che ingurgita lavandosi e non ha alcuna intenzione di tornare a vedere quello che ha vomitato.
Sono diversissimi tra loro e quindi non si parlano e se lo fanno non si capiscono; un po' come un siciliano e un trentino che tentino di capirsi a vicenda esprimendosi ognuno nel proprio dialetto... ci vuole un interprete.
Per le persone è lo stesso.
I catofili puri non capiranno neppure, e la cosa è reciproca, quanto verrà detto dai cinefili puri e si considereranno a vicenda dei poveretti. Man mano che ci si avvicina al punto medio, M, le capacità di comprensione aumentano e diventa almeno possibile un dialogo.
Gatti e cani non vanno d'accordo e a forzarli a farlo si ottiene l'accordo voluto: si coalizzeranno contro di noi. Con te non ci parlo e manco ti calcolo, ma possiamo divenire temporaneamente alleati contro un nemico comune.
L'errore sta nel considerare le cose assoluti. In questo mondo sublunare tutto è sfumato e le sfumature sono ovunque; l'importante è saperlo e farci i conti.

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