giovedì 10 maggio 2012

Tremante e altre amenità

A parte stamane, perché un ragazzo è stato male in corriera, e spero per lui che non sia nulla di serio e che se la possa cavare con poco, prendo sempre l'autobus per andare al lavoro; lo prendo sempre a un orario preciso, a parte stamane appunto, e quindi ho iniziato a scrutare i miei compagni di pendolarismo.

La corriera offre, per esempio, una serie di impagabili chicche, come un "bagnoschiumi" mollato con nonchalance, alle opinioni dei fidentini, gli abitanti di Fidenza, in merito ad alcuni interventi, diciamo così, sensibili operati sulla città. Le torri sorte davanti alla Stazione, da me ribattezzate con affetto "Baikonur", per la loro aria  da missile pronto a lasciare l'atmosfera, più che altro una speranza, sono definite: "uno sfregio alla città"; il discorso in genere prosegue sul tono:
"per non parlare dell'altra parte"
"quale?"
"l'ingresso da Piacenza; dove c'era il Pinguino"
"ah... si; che orrore!"... l'ultima parola, per l'enfasi con la quale era pronunciata, poteva essere anche in maiuscolo.

In autobus ho meno tempo di farmi coinvolgere dai discorsi degli occupanti, un po' perché si chiacchiera meno, un po' perché gli idiomi usati sono a me sconosciuti, e quindi mi limito a osservare chi prende l'autobus con me; del resto sono sicuro di essere anche io oggetto di osservazioni.
C'è questo giovine, poco più che ventenne insomma, sopracciglia molto curate e doverosamente sagomate a suon di sedute dall'estetista, con una improbabile abbronzatura figlia di un lettino solare usato con religiosa costanza, che dall'inizio di marzo è sempre vestito con una tutina leggera e una maglietta di cotone, seminascosta dalla giacchetta della tuta, e se ne sta alla fermata fumando come un tombino newyorkese in inverno, che là pare fumino di continuo i tombini, e trema come una foglia battuta dal vento.
Non so quanto vento possa correre tra quelle orecchie, ma quando si ha freddo ci si copre di più e si sa che durante le mezze stagioni, quelle che non ci sono più e che ci regalano un tempo altalenante, ci si deve vestire a strati; non lui... a lui piace tremare per circa quindici minuti mentre fuma e aspetta l'autobus.
Avrà degli anticorpi ipersviluppati.

Ieri sera ho incontrato uno:
"Ciao!"
io:"Ciao!"
La notte, lo confesso, ho dormito benissimo lo stesso, ma non ho la più pallida idea di chi mi abbia salutato.
E' ricciolo, con baffi e un pizzetto, una zazzera rossastra e riccia di capelli ed io di conoscenti, o amici, ricci e rossi non ne ho; ho una amica rossa e riccia, ma spero che non decida di farsi crescere i baffi.
Ho anche rovistato nei ricordi, quelli ai quali ho accesso ovvio, per ricordarmi chi fosse, è anche più alto di me di parecchio, ma niente; tutto questo per dire che se non frequento una persona con una certa regolarità tendo a dimenticarmene il viso e inizio a confonderla con molta altra gente, sino a quando ne perdo la fisionomia.
Un nome mi ricollega a una persona e quindi anche ad alcuni fatti, specie se l'ho frequentata per molto tempo e ha significato qualcosa, ma se la frequentazione è stata episodica, sporadica, aperiodica e via di seguito, ci sono buone probabilità che il ricorda venga archiviato e non sia disponibile nell'immediato.
Io nel dubbio saluto sempre.

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