martedì 26 giugno 2012

Scoperte

All'Istituto d'Arte filosofia non c'era; si poteva ricavare qualcosa, se ovviamente si prestava attenzione e i neuroni collaboravano, se si aveva, insomma, un'intelligenza tale da poter, almeno, essere catalogati nei mammiferi, dalla storia dell'Arte e sprazzi anche dalla letteratura.
Volendo si potevano ricavare brandelli di filosofia da materie che, per forza di cose, erano ad essa collegate.
Finite le scuole, e avendo più tempo per leggere, mi sono documentato in merito da solo; ovviamente, non conoscendo né il greco, né il latino, ho dovuto arrangiarmi, a volte con una certa fatica, impostami anche dalla mia patologica assenza di memoria, con quello che avevo a disposizione.
Ho sempre prediletto la filosofia antica; confesso anche di avere una certa predilezione, data anche dalla mia fisima per la storia del periodo, per le questioni trinitarie, cristologiche e le eresie del medioevo (meglio se dell'alto).
Negli anni ho tentato, più volte e ciclicamente, di prendere confidenza con la filosofia di epoche successive, sei, sette e ottocento per intenderci, ma con scarsissimi risultati; non riescono a coinvolgermi quanto il pensiero evoluto nell'antichità, o la diatriba del filioque (tanto per citarne una a caso e non tirare a mano Basilide, Montano, Marcione e via discorrendo).
Credo di aver già detto, chissà in quale post, che il mio filosofo preferito, colui al quale farei un monumento insomma, è Eraclito; anche se, paradossalmente, ho sempre apprezzato anche Zenone di Elea.
Fatto sta che ieri sera, leggendo il libro che fa bella mostra di sé lì in basso a destra, nella barra di anobii, mi sono reso conto di quanto il mio pensiero sia, seppur partendo da luoghi non palesemente ad esso vicini, cresciuto aderente allo stoicismo.
Son belle scoperte da fare; uno parte da Star Trek e poi scopre di essere approdato a Zenone di Cizio, perché, in fondo la prima si avvale, in modo più o meno consapevole, del secondo.
Nelle mie letture ho incontrato talmente tante volte lo stoicismo che mi è impossibile, manco volendolo, enumerarle.
Ho cercato, raggiungendola in modo più o meno compiuto, l'atarassia perché mi pareva l'unico metodo logico, e sensato, per metabolizzare determinate cose attraverso un'analisi delle stesse, il più possibile, priva di coinvolgimento emotivo e per fare questo mi sono avvalso, senza per altro avere neppure familiarità col termine, dell'epoché ("sospensione del giudizio") che, ora, è divenuta una mia consolidata prassi; il tutto partendo da Vulcan.
In tutto questo tempo mi sono, completamente, dimenticato di quanto insegnato all'ombra della stoà ad Atene; e pensare che mi sarebbe stato anche molto utile ricordarmene, avrei risparmiato tempo e risorse.
Una mia insegnante di italiano diceva che la memoria è selettiva e ci ricordiamo solo quello che ci interessa; questo vuol dire che pur non avendo nutrito, sino ad ora, interesse per lo stoicismo, incontrato sovente nel tempo e sempre ignorato, ho passato decenni a cercare di aderivi partendo dalla Sacra Scodella di Surak.
Il Cosmo ha un gran senso dell'umorismo.

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