martedì 17 luglio 2012

Di tutto un po'

Già dal titolo si capisce l'andazzo che avrà questo post, ovvero un minestrone di pensieri raccattati col retino in giro per i neuroni.
Potrei persino riuscire a dare loro una sistemazione organica, ma non mi sento di fare promesse che potrei non riuscire a mantenere.
Domenica sono andato a inerpicarmi su e giù per il lago Santo; devo dire che pensavo di cavarmela un po' meglio, ma visto che non sono: morto, caduto da qualche parte, non ho espettorato polmoni e perso alveoli per l'erta lapidea via, direi che è andata bene. Sono solo lento e con poco fiato, ma le camminate fatte per i percorsi del mio paesello mi hanno decisamente aiutato. Camminare fa bene allo spirito, senza contare che, in questa particolare occasione, così come al sabato o alla domenica, quando vado con una amica su per le colline del paese, la compagnia aiuta a staccare la mente dalla routine quotidiana.
Quando ci si inerpica per dei sassi c'è poco fiato per parlare, almeno per quello che mi riguarda, anche se ho notato che tendo a essere ciarliero per poi zittirmi quando l'ossigeno mi serve per camminare.
Dei vari mezzi di trasporto, ho come la sensazione di averne già parlato ma pazienza, i piedi sono i migliori; puoi andare ovunque e a un ritmo tale che ti permette di godere del panorama e di far perdere la mente un po' ovunque, dalle impervie regioni dell'iperurania, sino ai cespugli di malva che ondeggiano sui fossi.
Nelle mie favolose tre settimane di ferie, vedrò di camminare un po' ovunque e ogni volta mi si presenterà l'occasione; andrò anche ad Aquileia, devo solo trovare il giorno e pensavo di fare una escursione in quel di Monterosso, ma intendo lasciarmi guidare dal momento e andare a sentimento.
La corriera penso che tenda a stimolare la mia creatività, non so bene come e non so neppure se il fenomeno sia da imputare alle buche stradali che fanno scontrare i neuroni tra loro, ma stamane mi è venuta in mente un'altra creatura e ho concepito la composizione, più alcuni dettagli, di una creatura che mi è apparsa di recente.
Uso il verbo "apparire" perché per me si tratta di vera e propria teofania; a volte mi fermo e per fissare la creatura è anche facile che mi metta a muovere le mani per aria come se stessi disegnando. Il fatto che il talento sia quello che è, non osta al trasporto dell'ispirazione.
Con l'auto e con la bicicletta non è possibile lasciare vagare la mente a sufficienza per concepire qualcosa, si è assorbiti da quello che si sta facendo; ciò non toglie che guidare mi sia sempre piaciuto, anche se le prime volte ne ero... impensierito.
La lettura del libro "dalla Montagna Sacra" mi lascia poi in uno stato intermedio tra il desiderio di vedere gli stessi luoghi descritti nel volume, e dei quali ho letto nelle mie varie letture a tema bizantino o storiche in generale, e l'amarezza per la perdita causata da nazionalismi e fondamentalismi vari, ma mi induce anche una certa fascinazione per la rappresentazione bizantina, già di per sé scollegata dalla mimesi della natura, sino a tentare di renderla, seppur coi miei mezzi limitati, ancora più iconica e astratta; che i risultati siano o meno riusciti, poco importa, quello che conta è il processo, continuo e mutevole, che vi conduce.
Non essendoci una meta nè definita e neppure raggiungibile, è proprio l'itinere e la ricerca della sperimentazione che è in grado di arricchirmi. I fini sono sopravvalutati e a volte lo sono pure i mezzi.
Dopo un po' di sproloquio con finale sblinda* mistica, come è mia tradizione del resto, torno alle mie solite casette, alle loro scale, quote altimetriche e volumi utili.

*sblinda: che non so se l'ho mai spiegato da qualche parte cosa vuole dire. Una sblinda è una deviazione notevole dal pensiero originario, non necessariamente ad esso collegato, che dura parecchie tempo ed è frutto di, più o meno coerenti, più o meno profonde o superficiali, riflessioni.

Nessun commento: