giovedì 29 novembre 2012

"Venetia"

E' il titolo di un libro che sto leggendo ora.
Mentre a casa alterno l'Iliade, con la quale tornerò imperterrito a mettere a dura prova la vostra pazienza, con "Roma" di Donatella Puliga e Silvia Panichi, in corriera ricorro all'ebook e anobii ha qualche problema a inserirli.
Il titolo, completo di sottotitolo, è "Venetia; A supernatural thriller set in Venice" di Simon Barnes.
Non so se abbia o meno scritto altro e non ho trovato nel libro, del resto non l'ho ancora finito, note biografiche, ma devo dire che il libro mi piace.
E' lapalissiano che sia scritto in inglese; evidentemente ho macinato già parecchi libri nell'anglico idioma, per cui non sto minimamente facendo fatica a leggerlo.
L'inizio è un po' lento, ma trovo che il ritmo sia giusto per entrare nella vita dei protagonisti, imparare a conoscerli e a inserirsi nel loro ménage familiare.
La narrazione inizia a prendere i toni del thriller soprannaturale, come promesso dal sottotitolo, lentamente e circa a metà.
Mi piacciono i dialoghi, essenziali e molto verosimili; le descrizioni non sono mai ridondanti e tutto verte a fare entrare il lettore nello spirito del volume.
L'autore, pur ambientando il libro a Venezia, non ricorre agli stereotipi tipici nella descrizione dell'italiano.
Se vi piacciono i libri d'azione, questo non fa per voi; personalmente la ritengo una buona lettura.
Sono a due terzi ed è sempre possibile un improvviso peggioramento, anche se ne dubito.
L'ho comprato per Halloween, insieme a un libro della serie "Murder she wrote" in tema spiriti, perché volevo leggere un buon libro coi fantasmi e questo volume, trovato nel sito di una amica, mi è parso che  potesse essere un buon libro, come è, è una buona occasione di esercitare il mio inglese.
Il libro della "Fletcher" è una buona sceneggiatura scritta con mestiere, piacevole da leggere; ma bisogna attendersi una puntata della serie televisiva, altrimenti se ne palesano dei limiti insiti sia nella cornice nel quale si muove il libro e nella categoria di persone per le quali il libro è pensato.
Questo libro, essendo svincolato da limiti siffatti, ha la possibilità di essere, come è, un buon libro.

Dopo essermi sperticato in lodi, mi tocca anche parlare del... definiamolo un peccato veniale.
Il libro usa alcune parole e frasi in italiano la maggior parte delle quali, ahimé, è sbagliata.
Ci sono parecchie parole e nomi spagnoleggianti; doppie dove non ci vogliono; alcuni nomi mutili o privi di un doppia o un accento; una costruzione anglica di una frase... come se chi scrivesse avesse familiarità con l'italiano, ma che essa, col tempo, si sia mutata in un insieme di ricordi più o meno integri.
Questo non toglie nulla alla bontà del romanzo, d'altronde dubito che questi errori siano palesi a un lettore anglofono, ma spero che se ci sarà una seconda edizione, o se è prevista una revisione del testo, siano aggiustate anche le frasi in italiano e i nomi errati

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