domenica 29 settembre 2013

Va così...

"Now my charms are all o'erthrown, 
And what strength I have's mine own,
Which is most faint: now, 'tis true, 
I must be here confined by you, 
Or sent to Naples. Let me not, 
Since I have my dukedom got 
And pardon'd the deceiver, dwell 
In this bare island by your spell; 
But release me from my bands 
With the help of your good hands: 
Gentle breath of yours my sails 
Must fill, or else my project fails,
Which was to please. Now I want 
Spirits to enforce, art to enchant, 
And my ending is despair, 
Unless I be relieved by prayer, 
Which pierces so that it assaults
Mercy itself and frees all faults. 
As you from crimes would pardon'd be, 
Let your indulgence set me free."
("la Tempesta"... non penso vi sia bisogno di specificare altro)

Oggi va così e non va neppure male, ma resta sempre qualcosa di incompiuto, diviso e spesso lacero, che non può essere riunito e le tensioni permangono quelle di sempre; vi sono cose che possiamo migliorare e, forse, persino cambiare, ma altre ci definiscono per quel che siamo e non possono essere colmate.
A volte le cose sono tenute e bada da non so bene quale artificio, anche perché, affinché sia sentito, ciò che ci agita non può durare per tutto il corso della nostra vita; come un mantice abbisogna di momenti nei quali respirare, prendere fiato e poi ripartire.
L'abitudine ottunde qualunque cosa e la singolarità ne è egualmente vittima.
Il trucco consiste nel capire che siamo un insieme di singolarità, ognuna unica, singola appunto, e che la media, la norma, è un utile concetto che ha poco a che vedere con l'individuo e il proprio tempo.

mercoledì 25 settembre 2013

Povero blog

Sono passati ben 13 giorni dall'ultimo mio scritto sul blog; mi dispiace che, ogni tanto, accada ch'io scompaia e diserti il blog, ma di recente ho avuto, come accade, e si dice, sempre in questi casi, un periodo pieno... di scemenze.
Oddio; sono accadute anche cose belle, per esempio la questione casa, forse non ho detto che sto per andare a vivere da solo, si sta definendo e quindi diventerò presto borghigiano.
Mi spiace lasciare le mie collinette, ma del resto rimangono qui a soli dieci chilometri e potrò venire a trovarle tutte le volte che ne avrò bisogno.
In generale arrivo a casa sfranto e derelitto, con pochissima voglia di fare qualcosa di più impegnativo del perdermi sul faccialibro.
So di non lavorare in miniera, per cui il mio lavoro non è fisicamente stancante; trovo però molto impegnativo dover fare da badante e nel contempo svolgere le mie mansioni che, per inciso, sono, ovviamente, aumentate a parità di retribuzione... sinché dura, perchè mi sono giunte voci peculiari in proposito.
Fatto sta che continuo ad essere preda di periodico desiderio di ritirarmi dal mondo; il guaio è che la Chiesa pare averne un po' il monopolio ed io, per coerenza, non potrei affidarmi ad una organizzazione clericale.
Una volta era più semplice; ci si trovava una grotta, si faceva il barbone, si campava poco o tanto a seconda della fortuna e della costituzione e, a volte, questo era sufficiente per acquisire fama di santità... se poi si moriva anche in modo tragico, eventualità molto probabile all'epoca, gli onori della fede popolare erano assicurati.
Questo per dire che i tempi cambiano, ma in definitiva non vi sono grandi novità; del resto le persone possono migliorare o peggiorare, ma difficilmente cambiano la loro natura.



giovedì 12 settembre 2013

La qualunque

Ieri mi sono dovuto recare a prelevare alcuni documenti per lo studio e, dalla via che c'ero, ne ho approfittato per fare due passi.
Arrivo con la corriera alle 8:10 circa e inizio a lavorare alle 9 per cui, se devo andare in centro a fare delle commissioni, ho tutto il tempo di camminare un po' per Parma.
Non so se ne ho parlato, ma in studio abbiamo una macchinetta per il caffè, di quelle per le quali devi pagare una certa somma e quella si mette in moto, macina il caffè e poi te lo serve, compiaciuta di sé, in un bicchiere di carta ad una temperatura accettabile.
Io prendo il caffè amaro, o meglio senza zucchero, ma, indipendentemente dalla regolazione imposta alla zucchero, la nostra macchinetta mette nel bicchiere, sempre, anche la paletta dello zucchero; del resto per fare del caffè non ci vuole un software elaboratissimo.
Ieri, visto che avevo tempo, mi sono recato nel mio solito posto, qui in Parma, a prendere un caffè e questo mi ha portato a una conclusione: il caffè della macchinetta fa ca***re a spruzzo... scusate la scelta di termini sì preziosi, desueti e sofisticati, ma era indispensabile scegliere a modo la metafora per rendere in modo corretto l'idea.
Dopo un ottimo caffè mi sono recato in visita, invero breve, entro il Duomo di Parma ché apre bon'ora la mattina.
E' sempre un piacere entrarvi, visitare le varie cappelle laterali, l'effige di Santa Teopista e e guardare gli stili pittorici, vari e diversi, che si susseguono nella cattedrale.
Mentre ero in contemplazione sento una musica debole e fioca che mi accompagna nella visita; una bellissima musica!
"ah! che bello", ho pensato "che mettano qualcosa di così emotivamente adatto in sottofondo. Peccato per il flebile volume".
Il brano mi pareva molto, a tratti pure troppo, familiare; poi la musica si interrompe e parte questa; lì ho capito che quanto sentito prima era parte della colonna sonora di "A touch of spice", composta da Evanthia Reboutsika, ovvero "An umbrella over Bosphorus".
Era il mio iPod che, per ragioni a me ignote, si è acceso ed ha iniziato a suonare; per fortuna non c'era nessuno in cattedrale e quindi è stato un imbarazzo solitario; certo, sarebbe stato peggio se nella cattedrale piena di turisti mi fosse partita "Feuer frei" a volume distintamente udibile.
E' stata una bella visita.

domenica 8 settembre 2013

"Corella - L'ombra del Borgia"di Federica Soprani

Questo spot è sfacciatamente pubblicitario.
Attendo di comprare la mia copia del volume e nel frattempo mi pare giusto fargli un po' di pubblicità.
Conosco l'autrice da un po' di tempo e ho anche letto qualcosa di suo, quindi so che anche questo libro è ben scritto.
Il libro sarà disponibile anche su altri store on line, anche se al momento lo si trova solo nella pagina della casa editrice.
Non l'ho ancora letto, anche perché devo ancora prenderlo e i miei mezzi sono piuttosto antiquati, ma ho letto, dell'autrice, uno dei libri della serie "Victorian Solstice", del quale ho scritto due righe su anobii, e ne sono rimasto favorevolmente colpito.
A questo indirizzo si trovano alcune informazioni sui libri della serie nominata e due notizie sull'autrice, anche se nel caso della serie si deve parlare di "autrici"; qui il link.

Per quanto riguarda "Corella" le informazioni si possono reperire a questo link e nel frattempo metto la copertina del libro che, ho saputo di recente, è stata fatta da una mia amica; conosco un sacco di gente creativa.

giovedì 5 settembre 2013

Si cambia

Ebbene, alla mia venerabile età, e quindi in media con la nazione nella quale vivo, ho deciso di andare a vivere da solo.
Lascerò l'avita dimora e per un periodo, almeno sino a prima di andare in casa di riposo, andrò ad abitare da solo; che poi proprio "solo" è da vedere.
Avrei anche trovato qualcuno con cui dividere l'appartamento.
La dimora è stata trovata in quel di Fidenza.
In ogni caso andrei in quel di Fidenza, mi spiace lasciare il mio paesello, ma Borgo ha alcuni vantaggi indubbi, specie ora che lavoro a Parma.
Innanzi tutto c'è una ferrovia dalla quale passano regionali e interregionali e quindi potrei anche andare in treno a Parma; il treno costa meno del bus e inquina meno e una volta a Parma andrei a piedi, almeno sino a quando lavoro ove sono ora.
Fidenza è una città amica delle biciclette; tant'è che ne rubano parecchie :asd:
I fidentini in bicicletta vanno ovunque con qualunque tempo e la città gode di molte, comode, piste ciclabili.
Costa meno di una grossa città ed è comoda sia per raggiungere Parma che Piacenza, piazzata com'è a metà sulla via Emilia che collega queste due città.
Se l'ipotesi di questa "casa" sfuma, cercherò comunque un bilocale a Borgo San Donnino.
Vedremo come andrà.

mercoledì 4 settembre 2013

Peli

Gentili donzelle; non andate innanzi a leggere, perché sto per lamentarmi dei tre peli che se ne stanno parcheggiati sulla mia faccia.
Sono perfettamente cosciente, anche perché mi hanno già bonariamente, almeno credo, sgridato che io non devo deforestare; ho giusto qualche pelo in faccia e quindi non sono autorizzato a lamentarmi.
Siete avvisate; questo post sarà ingiusto e pure una lagna.
Non dite che non vi ho avvisate.

Detesto radermi; davvero... è una inutile perdita tempo.
Non posso neppure lasciare, però, che quella poca barba che se ne sta appiccicata sulla faccia, mi diventi più infestante di una gramigna, anche perché poi, per poter usare la bocca, dovrei acconciarla con delle ancor più dispendiose treccine o roba simile.
Il fatto è, però, che radermi mi sa parecchia briga.
Essendo una cosa che faccio mal volentieri viene, spesso, fatta un tanto al chilo, per cui, sovente, devo anche passarmi le mani, a intervalli di tempo regolari, in faccia per controllare di non aver lasciato indietro dei pezzi; cosa che per altro accade puntualmente.
Mi rado come i persiani, i gatti, si lavano; dimenticandomi dei pezzi qui e là.
Se, per esempio, inizio a radermi alle sette di sera, ci sono buone probabilità che, a pezzi, alle nove di sera io abbia raso tutta la faccia almeno due o tre volte, ma che sia anche riuscito a radermi senza dimenticare delle zone ampie; i singoli peli non fanno testo e nel male me li posso strappare come antistress.
Ogni volta, un po' come per il taglio di capelli, mi riprometto di radermi appena un po' più di frequente che una volta la settimana e ogni volta me ne dimentico, del resto ho anche un lavoro che mi permette certe libertà; il modulo di pagamento dei diritti di segreteria, non se ne ha a male se lo compilo con la barba lunga.
Il mercato, poi, non è per nulla di aiuto.
Perché diamine devono esserci uno sbardavello (quantitativo innumero) di tipi diversi di lamette?
Sono anche distratto e soprattutto affetto da patologica assenza di memoria, per cui non mi ricordo mai quale tipo di rasoio possiedo e va sempre a finire che compro le lamette sbagliate; tanto poi le uso lo stesso sino a quando implorano di essere lanciate nel bidone.
Il guaio è che per poterle utilizzare a modo ci vuole anche la macchinetta giusta e quindi va sempre a finire che mi ritrovo con almeno tre o quattro macchinette in giro per casa; tanto poi, al dunque, mi dimentico di portarmi appresso il rasoio giusto e va a finire che mi rado con la solita eroica lametta che tenta, con un po' di fantasia, di tenere botta.
Detesto fare questo genere di manutenzione.
I capelli posso anche lasciarli lunghi; tanto poi se ne possono stare legati, in qualche modo, da un elastico basta che sia, ma non posso farmi venire una barba lunga a sufficienza per usarla per spolverare... poi mi richiederebbe più manutenzione che radermi.
Andrebbe pulita, acconciata, curata, pettinata, che poi infeltrisce; siamo matti? via tutto piuttosto! L'abluzione mattutina non sarebbe sufficiente per tenere una barba lunga presentabile.
Alla fine radermi è l'operazione che impiega meno tempo e meno energie; è noiosa, cosa che detesto, ma è la soluzione più pratica...
Ringrazio l'Evoluzione che ci ha fatto perdere un po' di pelo col tempo.

lunedì 2 settembre 2013

"L'estate sta finendo..."

...e tendenzialmente mi mancheranno, come tutti gli anni, le ferie.
Questa cosa di non poter vivere di rendita è causa di cruccio; nella prossima vita voglio rinascere animale domestico o con una rendita e spero di ricordarmi della cosa.
Tutto sommato non posso certo lamentarmi di queste lunghe vacanze estive, anche perché tra un paio di settimane il capo se ne va e anche se sarò al lavoro, sarà come tornare in vacanza.
Certo non navigo nell'oro e di sicuro il mio eroe di bambino, ovvero Zio Paperone, ne sarebbe decisamente deluso, ma di contro Geppo approverebbe la mia condizione e mi sento molto vicino ai problemi dello stato di Bancarotta e alle capriole che Nonna Abelarda deve fare per portare a casa due lire; del resto il denaro non è tutto e ne ho comunque a sufficienza per comprare della cioccolata che, nei momenti bui, è un ottimo succedaneo della felicità; con buona pace della bilancia.
Oggi è stato il primo giorno lavorativo e, a parte un notizia triste proveniente da una amica, di un evento che era atteso, ma non per questo meno doloroso, la giornata si è protratta un po' come al solito.
Sono anche, bonariamente, sbottato col capo; ne avevo le tasche piene di ripetere, inascoltato, sempre le solite cose avendone in cambio la rassicurazione di un onesto tentativo di comprensione.
Preferisco comportarmi come un disco rotto e ripetere ad nauseam le solite robe.
Il blog è stato disertato perché me ne sono andato una settimana in Olanda; paese meravigliosamente fresco, abitato da persone fantastiche... a parte le normali eccezioni al caso, ovvio.
Da oggi riprende la solita routine, in attesa di stabilire una nuova routine da un'altra parte, in altre circostanze, perché del resto siamo abitudinari e ricerchiamo, pur fuggendole, l'abitudine che ci rassicura.
Ho un po' di cose per la testa, ma sono tutte accatastate alla rinfusa, senza un ordine preciso e prive di un qualche scopo reale e perciò mi ritrovo a corto di parole.
Tra qualche tempo, forse, per spontaneo amalgama, le idee si riordineranno oppure, ben più probabile, me ne dimenticherò e le sovrascriverò con idee e pensieri nuovi.
Qualora ve lo steste chiedendo, l'Ispirazione è ancora in vacanza; non so dove sia andata, non ha lasciato scritto nulla e non mi ha mandato manco una cartolina... sono in attesa di un suo ritorno.