lunedì 13 gennaio 2014

Scarpe di Sant'Ilario

Anche quest'anno è arrivato Sant'Ilario e con la festa del patrono è a me occorso che son passati molti giorni dall'ultimo post sul blog.
Non starò a raccontare la motivazione per la quale, in occasione della festa patronale, ma solo quella dedicata a Sant'Ilario, in città si fabbrichino le "scarpette"; ne ho già parlato molte altre volte sul blog da qualche parte.
Sant'Ilario di Poitiers non è il solo patrono cittadino, condivide l'onere del patronato con San Giuseppe, San Giovanni Battista e San Bernardo degli Uberti (di origini fiorentine e diventato Santo in soli sei anni; verrà incarcerato dai parmigiani, liberato da Matilde, quella di Canossa, e poi verrà richiesto dai parmigiani quale nuovo vescovo).
Fatto sta che a Parma il patronato di Sant'Ilario è una cosa seria; gli uffici pubblici chiudono, le scuole fanno feste e si cucinano le scarpette del Santo, ragion per cui oggi sono a casa.
Sarebbe potuta essere una giornata meravigliosa, non ostante la nebbia, se non fossi funestato dalla presenza di un persistente raffreddore.
Ci sono alcune cose davvero ineleganti nella vita, non che io sia l'epitome dell'eleganza, sovente rasento  l'abbruttito, ma di sicuro il caldo e il raffreddore ci pongono in un continuo stato di ineleganza; sul caldo lo pensava così anche la Austen...
Allo stato attuale giro per casa con fazzoletti, espellendo muco e tentando di respirare; per fortuna non ho febbre e quindi non sono confinato al lazzaretto e posso uscire a sbrigare le mie faccende.
Suffumigi come se non ci fosse un domani e, tra uno starnuto e l'altro, cerco di andare avanti nell'apprendimento del tedesco e dell'olandese, malgrado il muco non renda le cose semplici.
Avrei bisogno di fare anche conversazione in inglese perché spesso non mi sovvengono le parole appropriate; conoscendomi, fra qualche anno, quando riuscirò a leggere il giornale in quattro lingue, riuscirò, facendo conversazione, a fare un bellissimo cincèl* incomprensibile di idiomi... sono sicuro di poterci infilare anche un po' di dialetto da qualche parte.
Qualora ve lo steste chiedendo, quest'anno non c'è stata la consueta teofania natalizia e nessuna epifania  da inizio anno; inizio a sospettare che la mia Ispirazione ami i climi caldi, fatto sta che è ancora in vacanza, dispersa da qualche parte a "fare baracca"*.
Anno nuovo, vita essenzialmente vecchia; si perché di grandi novità, a parte i miei faticosi tentativi con i foresti idiomi, non ce ne sono.
"Nessuna nuova, buona nuova" perché in fondo può sempre andare peggio e quindi mi tengo le cose come stanno, si spera in meglio e nel frattempo ci si rende la vita più, o meno, interessante.
Domani andrò a fare un rilievo minimale e dovrò far baltare* delle carpette; mi si dice che per domani sia prevista acqua...
A Parma non è l'Epifania che si porta via le feste, ma Sant'Ilario per cui da domani si riprende a pieno regime.

*cincèl: confusione
*fare baracca: fare baldoria
*baltare: cadere, ma in questo contesto vale come "fare passare"

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