martedì 15 aprile 2014

La Coscienza di Zeno

Oggi sono andato in libreria; quale novità...
Ebbene; quando esco dal lavoro, con gli zebedei in rivolta e un nervoso col quale potrei alimentare una città, oppure quando sono depresso e asfaltato da quanto avviene in studio, ho, al rientro verso la fermata della corriera, due opzioni: il forno o la libreria.
Il forno mi è indispensabile quale distributore di endorfine, che mi vengono propinate nelle varie forme nelle quali può presentarsi il cioccolato; la libreria perché ai libri non si dice mai di no e mi serve come shopping terapeutico... del resto, è vero, i libri sono l'unica cosa che acquisti e ti rendono più ricco.
Avendo preso una prodigiosa, quanto intensa, torta al cioccolato ieri, oggi sono andato in libreria; l'intenzione non era proprio quella di comprare un libro, anche perché mi sono appena arrivati tre libri a tema Bisanzio, ma era mia intenzione lasciarmi ispirare dal momento.
Non ho trovato nulla da comprare, in compenso ho visto la copertina mortaccina de "La coscienza di Zeno".
Capisco che il successo di "Twilight" abbia indotto le case editrici a sfornare i classici con copertine conturbanti; sono disposto a essere comprensivo nei confronti del "figo" di turno schiaffato sulla copertina di "Jane Eyre", "Il rosso e il nero", "Cime tempestose" e via di seguito, ma schiaffare un bellone moratccino sulla copertina de "La coscienza" mi pare una presa in giro.
Non fraintendetemi, a me "La coscienza" è piaciuta moltissimo; l'ho letta e riletta assaporandola, ma posso dire molte cose di questo libro, tranne che possieda il trasporto romantico di "Cime tempestose" o "Dei promessi sposi"... e anche su quest'ultimo il trasporto romantico sarebbe opinabile (altro romanzo che, comunque, ho apprezzato... da adulto).
Il fine non giustifica i mezzi e tentare di proporre ai giovani lettori "La coscienza" come romanzo "romantico" vuol dire prenderli in giro.
"La coscienza di Zeno" non è un romanzo romantico; il protagonista vive una esistenza grigia e ci tiene a mostrarcela in tutto il suo grigiore... è un romanzo bellissimo, ma NON ha alcuna intenzione di descrivere i tormenti amorosi del Conte di Fontanabroccola, per la bella e onesta figlia del priore di Gallinella che insegna nella locale scuola per fanciulle di Contignaco.
Trovo questa operazione commerciale veramente brutta.
Il prossimo passo quale sarà? mettere un bellone mortaccino e depresso in copertina del racconto "La giara" di Pirandello? "Uno, nessuno e centomila" spacciato per novella amorosa del secolo?
Io avrei delle remore anche a definire "I promessi sposi" un romanzo "romantico", pur essendoci al centro della vicenda una storia d'amore.

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